Ri-Costruzione è un progetto riabilitativo del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST di Lodi. E’ un progetto innovativo finanziato dalla Regione Lombardia.
Ri-Costruzione: perché costruire qualcosa fa bene, e se questo vale per tutti, a maggior ragione vale per chi lo ha fatto un tempo e pensava di non
riuscirci più.
Casa del Lavoro Possibile: perché il progetto ricrea percorsi lavorativi
possibili che utilizzino le capacità ideative di persone singolari e
stravaganti per progettare e realizzare oggetti che siano originali e d’uso quotidiano, utilizzabili e riproducibili.
Rivolto a pazienti con patologie severe o ritirati socialmente.
Chi partecipa al progetto frequenta un laboratorio di ricerca , ideazione e
progettazione di oggetti d’uso comune o elementi di arredo o realizzati in scala reale.
Il risultato è la creazione di vere e propri oggetti unici caratterizzati da un forte uso di colore e particolare studio delle forme.
Gli oggetti sono il frutto del lavoro di tutti i partecipanti al laboratorio
Ri-Costruzione; per questo la scelta condivisa è stata quella di non
indicarne una attribuzione individuale.
Ri-Costruzione è un progetto riabilitativo del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST di Lodi. E’ un progetto innovativo finanziato dalla Regione Lombardia.
Ri-Costruzione: perché costruire qualcosa fa bene, e se questo vale per tutti, a maggior ragione vale per chi lo ha fatto un tempo e pensava di non
riuscirci più.
Casa del Lavoro Possibile: perché il progetto ricrea percorsi lavorativi
possibili che utilizzino le capacità ideative di persone singolari e
stravaganti per progettare e realizzare oggetti che siano originali e d’uso quotidiano, utilizzabili e riproducibili.
Rivolto a pazienti con patologie severe o ritirati socialmente.
Chi partecipa al progetto frequenta un laboratorio di ricerca , ideazione e
progettazione di oggetti d’uso comune o elementi di arredo o realizzati in scala reale.
Il risultato è la creazione di vere e propri oggetti unici caratterizzati da un forte uso di colore e particolare studio delle forme.
Gli oggetti sono il frutto del lavoro di tutti i partecipanti al laboratorio
Ri-Costruzione; per questo la scelta condivisa è stata quella di non
indicarne una attribuzione individuale.
Una persona malata è sola a tal punto che a volte sono i sintomi l’unica compagnia. Una persona con disturbi della ideazione, delle percezioni, del comportamento non ha una vita facile: è isolata, barricata in un mondo proprio, diverso e incompreso. Avverte gli altri come minacciosi perché insidiano la sua distanza e sono incapaci di ascoltarlo e di fargli compagnia. Così scivola inesorabilmente verso l’isolamento, il ritiro sociale, verso un mondo popolato da fantasie onnipotenti. La paura è il sentimento che avvertiamo quando siamo soli e quando entriamo in contatto con chi è solo. Metterci tutti insieme a lavorare è stata una avventura fortunata e divertente. Vincere la reciproca diffidenza, rispettare le solitudini di ciascuno, valorizzare i diversi punti di vista, non farsi paralizzare dalla paura insomma, questo è Ri-Costruzione.
Chi soffre di quella solitudine deve fare i conti con la perdita del lavoro, o forse con non averlo mai incominciato. Perdere il lavoro non significa solo la mancanza di sostegni materiali alla propria esistenza, ma perdere un ruolo sociale, una dignità, una possibilità e una rete di relazioni. Quella solitudine spesso ci è sembrata incompatibile con il lavoro, non solo per gli aspetti legati alla produttività. Manca qualcosa di più profondo, si deve ripartire da immagini lontane, dal fare concreto, dal riprendere confidenza con le materie e gli oggetti. Gli oggetti già, e perché non pensare a qualche oggetto progettato nel e dal mondo degli uomini soli ma utile ai più, per ricostruire il lavoro nella nostra mente?
Le esperienze più significative di convivenza tra diversi, di reciproca utilità, sono luoghi di sopravvivenza. Luoghi dove è possibile garantire il rispetto reciproco e la reciproca valorizzazione. Luoghi dove sopravvivono le relazioni, dove può sopravvivere il lavoro. Ci è sembrato che in questi tre anni di esperienza del fare oggetti, del manipolare materiali, ci fossimo garantiti la sopravvivenza. Di chi ha partecipato attivamente e senza pause, di chi con indifferenza suggerisce una soluzione e poi si riavvolge nei suoi pensieri e nel fumo di una sigaretta, di chi con competenza invita ad una maggiore concretezza, come di chi è prono o di chi è ribelle o in balia di sfrenate utopie.
Intrattenere e intrattenersi con gli uomini soli è il più delle volte noioso e frustrante. Sono intelligenti e spesso colti, ma non sintonizzati. Aderiscono a proposte e programmi per la loro socializzazione come per caso, come se fossero su un altro pianeta o caduti da chissà dove. Anche la pretesa di riabilitare attraverso il lavoro non funziona. Il lavoro non c’è, il lavoro li rifiuta, loro rifiutano il lavoro, il lavoro non li capisce. Intrattenere, riabilitare, lavorare sono cose di questo mondo, del mondo dei pari. Ma in un gruppo di dispari si può ripensare un mondo? Immaginare una stanza e popolarla con degli oggetti? Riabilitare per fare mondi, per rifare un mondo.
Ri-Costruzione non è un gruppo di diversamente abili ma di diverse abilità. I dispari e i pari pensano e realizzano insieme. Ognuno porta del suo, si espone o si sottrae ed il lavoro è il frutto dell’intelligenza di tutti. Qualcuno lo ha fatto dalla propria casa, senza frequentare il laboratorio di progettazione, inviando idee o pezzi di materiale per completare un oggetto. Lo sforzo più rilevante è stato quello di accettare le diverse abilità, farle interagire senza frizioni ne intoppi. Abbiamo cercato di interrogarci sulla qualità e sull’originalità dei nostri prodotti senza indugiare in facili pietismi o eccessive tenerezze. Tra pari e dispari vi è stato un rapporto di reciprocità, tutt’altro che facile.
Arrivati fin qui ci è piaciuto chiamare la nostra esperienza “casa del lavoro possibile”, e così la stiamo presentando ai profani. Una nuova casa dove traslocare una parte di sé e metterla in gioco senza paura. Un luogo dove ci si confronta alla pari, senza nulla togliere alle diverse abilità come pure alle diverse professionalità e specificità. Un progetto per ricreare percorsi lavorativi possibili dove persone originali e stravaganti utilizzano le proprie capacità ideative per progettare e realizzare oggetti d’uso quotidiano, fruibili e riproducibili.
Ci aspettiamo di dare continuità, forza ed allegria al lavoro del gruppo di persone che da anni condividono la voglia di Ri-costruire oggetti e di rendere stabile lo stato di benessere vissuto con gli altri. Non sappiamo se riusciremo a stare in piedi con le nostre gambe, certo ci stiamo provando.